Il cammino della Chiesa tra le eresie cristologiche (6 parte)

Quarto problema: come operano insieme le due identità

Nei secoli successivi a Calcedonia, man mano che viene accettata la formula (o rifiutata!), si delineano altre questioni, relative a come in che modo umanità di Gesù è unita al verbo divino e come vengono in relazione.

In che modo operano umanità e divinità? Prima di questo però ci si chiede se Gesù Cristo deve essere considerato risultato della unione, oppure è preesistente nel Logos? E di seguito, se Gesù Cristo è il risultato dell’unione, ci sono in astratto due nature precedenti? In più se il Logos preesistente è persona, come può unire a sé una seconda esistenza completa? Domande per specialisti!

Leonzio di Bisanzio: ringraziamo questo teologo per le risposte date alle diverse domande che circolavano nella Chiesa e anche per la risposta chiara, a fronte di domande davvero complesse. Leonzio espone la teologia della enipostasi: dando per contata la uguaglianza natura concreta=ipostasi, persona, Leonzio distingue tra ipostasi e enipostasi. Ad ogni ipostasi corrisponde una natura, ma ad ogni natura non corrisponde una persona. La natura umana di Cristo è enipostatica perché: non è ipostatica perché priva di ipostasi propria, non è antipostatica e quindi priva perché ha una sua ipostasi. È enipostatica perché assume la ipostasi del Logos. Grande formulazione, ma decisamente a fondamento filosofico aristotelico, più che con fondamento evangelico!

Ci interessa la chiarezza sulla identità ontologica di Gesù Cristo per la questione dell’agire: il soggetto operante e volente in Gesù Cristo è il Verbo incarnato? Gesù agisce per monoenergismo con la azione divina e per monotelismo con la volontà divina? E se sono due me nature, potrebbero esserci due diverse volontà?

Sergio di Costantinopoli: la sua teologia monoenergita sposta la ricerca della soluzione sulla energheia, operazione: se in Cristo coesistono in un unico soggetto due nature integre, senza confusione e divisione, la loro operazione è una sola e la volontà risulta una sola, con quella umana che si adegua alla volontà divina. IL vescovo di Roma, Onorio, gli chiede di accantonare il concetto di energheia, perché problematico, in quanto la piena armonia della volontà umana di Cristo con quella divina rasentava l’assorbimento di apollinare memoria. Sarà Massimo il confessore, che affermerà due volontà e due operazioni nel Cristo incarnato, per salvaguardare le due nature, in una unica attività del Verbo Incarnato. La volontà umana non è sottomessa o confluente ma la medesima del volere del Dio Logos e agisce in comunione. Il dare rilievo alla questione della volontà umana di Cristo ha dato spessore all’agire della persona di Gesù, nella sua concretezza e oggi noi possiamo porre l’accento sulla libertà/coscienza di Cristo.

Questo è davvero il documento conclusivo della lunghissima controversia cristologica… Avremo solo una breve appendice sulle icone! Il presente testo nasce da una rielaborazione scritta degli appunti ad usum studentorum del Corso di Cristologia tenuto nell’A.a 2021-22, presso l’Issr di Fossano, sede della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, dal professor Claudio Margaria; tutti gli errori e imprecisioni, che potessero esserci, sono da imputare unicamente alla sottoscritta!

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