Primo problema: le componenti della identità di Gesù La questione da chiarire è nel rapporto che Gesù di Nazaret vive con Dio; chi è Gesù in relazione a Dio? Vengono avanzate diverse soluzioni. Gesù è: uomo ma non Dio (Ebioniti e Adozionisti); più che uomo, meno che Dio (Ariani); Dio ma non uomo (Docetisti/Gnostici). Sotto il cappello di questa domanda, ci sono altre posizioni problematiche intermedie, come i Modalisti: Cristo è identificato con Dio Padre. Cristo ha patito, ma essendo identificato con Dio Padre, Dio ha patito sotto l’aspetto di Cristo; la dottrina è chiamata anche patripassiana per questo motivo (modalismo, passione del Padre nel modo di Cristo, patripassismo, passione del Padre). La soluzione a questa controversia arriverà con il Concilio di Nicea del 325 d.C. nel quale Gesù verrà dichiarato Dio e uomo.
Secondo problema: che cosa è umano e che cosa è divino in Gesù
Dopo il Concilio di Nicea, acclarato che Gesù è Dio e uomo, si inizia a riflettere sulle componenti umana e divina in Cristo; la questione si delinea intorno al 360 d.C. e ci sono due prospettive diverse: Apollinarismo: Cristo, unione di Logos (componente divina) + Sarx (componente umana). In questa prospettiva, c’è un assorbimento della componente umana nella componente divina prevalente; Logos/Anthropos: Cristo, unione di Logos (componente divina) + nous, psyche, sarx (componente umana). In questa prospettiva ci sono due nature semplicemente giustapposte. Apollinare viene criticato perché la sua cristologia si basa solo su motivazioni esterne a Gesù (Gesù ha redento l’uomo in tutto ciò che ha assunto e quindi anche la sua umanità interna è stata redenta/assorbita dalla divinità; in realtà nella stessa redenzione di Gesù, intesa come la resurrezione, vediamo il permanere della corporeità di Gesù, che non è interamente assorbita. E successivamente la cristologia di Apollinare sarà condannata nel Concilio di Costantinopoli del 381 d.C.
Terzo problema: il rapporto tra le due identità di Gesù
Dal V secolo, la questione si sposterà sul rapporto, per la piena umanità e la piena divinità di Gesù sono pienamente riconosciute; stabilito che Gesù è vero Dio e vero uomo, la discussione sul rapporto porta a nuove controversie tra le due grandi scuole teologiche alessandrina (incentrata più sulla unità) e la scuola antiochena (più centrata sulla separazione). Le prospettive sono individuabili in due direzioni: Nestorio: distinzione/separazione dei due soggetti (componenti divina e umana). Monofisismo: secondo le idee di Eutiche; confusione perché la umanità viene assorbita dalla divinità, che è poi la unica natura di Cristo. Per trovare la soluzione, si cerca un progressivo sdoppiamento dei piani, per cercare la unità nel Verbo incarnato e la diversità al livello della natura. Il discorso purtroppo si allontana sempre più dalla Scrittura, con il rischio del nominalismo, credere ad una formula letterariamente perfetta, senza interrogarsi sul significato personale della formula di fede (problema assai diffuso oggi!). il monofisismo verrà condannato nel Concilio di Calcedonio del 451 d.C.
Quarto problema: come operano insieme le due identità
Dopo Calcedonia, i tentativi del monofisismo di reindirizzare le conclusioni del Concilio verso i propri orientamenti (neocalcedonismo), pone due nuove questioni: in che modo la umanità di Gesù è unita al verbo divino? La risposta verrà data solo nel 553 d.C. dal II Concilio di Costantinopoli;
La controversia monoenergita e monotelita: se la persona del Verbo umanizzato è il soggetto delle azioni di Gesù Cristo, come operano umano e divino in lui, ci sono due volontà o una sola? Il III Concilio di Costantinopoli risponderà nel 680 d.C. assecondando il duofisismo calcedonese (due operazioni e due volontà, divina e umana).
Appendice: la questione iconoclasta
La controversia iconoclasta non fu un evento secondario, lontano dalla riflessione seria, perché il conflitto sulle immagini di Cristo va inserito nel contesto dogmatico e cristologico. Quando l’iconografo rappresenta la immagine di Gesù Cristo, l’iconografo chi sta rappresentando? La persona? La ipostasi? La natura? Dio? L’uomo? e in aggiunta, è lecito rappresentare la immagine di Dio? Tutte domande che ci mostrano quanto sia importante considerare l’iconoclastia come una espressione della controversia a pieno titolo.
Nella prossima puntata, vedremo i problemi, uno ad uno! Il presente testo nasce da una rielaborazione scritta degli appunti ad usum studentorum del Corso di Cristologia tenuto nell’A.a 2021-22, presso l’Issr di Fossano, sede della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, dal professor Claudio Margaria; tutti gli errori e imprecisioni, che potessero esserci, sono da imputare unicamente alla sottoscritta!