Accountability: rapporti internazionali e risposte ecclesiali

L’autore, Carlos Schickendantz, è presbitero della diocesi argentina di Cordoba; dal 2011 lavora come ricercatore presso l’Università “Alberto Hurtado” dei gesuiti di Santiago del Cile.

4 idee da condividere

  • Una riflessione sulla accountability, una buona leadership nella istituzione di governo;
  • Diagnosi sulla situazione in Australia oggi, con particolare riferimento alla questione degli abusi;
  • Diagnosi storica e teologica con i riflessi sulla ecclesiologia, con osservazioni di riforma
  • Proposte precise per realizzare accountability.
  1. Una riflessione sulla accountability, una buona leadership nella istituzione di governo; diversi studi internazionali e indipendenti dalla chiesa cattolica hanno messo l’enfasi su questo termine, che non è traducibile in altre lingue con una parola sola. In generale può significa trasparenza, partecipazione consultazione e responsabilità. Tutti aspetti diversi di un comune significato di buone pratiche di governo e leadership nelle diverse istituzioni, a diversi livelli, economico ma anche teologico come la Chiesa. La accountability propone modelli di governo anche molto diversi dal quelli attuati e vissuti nelle Chiesa cattolica oggi. Altre scienze ci hanno restituito modelli di governo interessanti di buona governance, che potremmo esaminare. È un termine che ha una lunga storia nelle scienze politiche e finanziarie, ma solo recentemente ha preso visibilità nella pubblica amministrazione, nelle relazioni internazionali, nella psicologia sociale e nel diritto costituzionale. Appare sempre più come una parola chiave, un vero fenomeno di psicologia sociale per la comprensione dei cambiamenti e per prendere posizione nel campo della politica e della governance. È un termine che indica quindi la manifestazione iconica del buon governo, un elemento cruciale di governance specialmente per gli enti no profit. Ma siamo molto agli inizi dell’uso di questo termine e della sua applicabilità nelle istituzioni, troviamo quindi complessità di uso e di recezione e di applicazione.
  2. Diagnosi sulla situazione della Chiesa in Australia oggi in ordine alla accountability. Il potere delle governance del vescovo, dei padri provinciali e dei sacerdoti non è soggetto ad un sistema adeguato di controlli e bilanciamenti, è un potere sfrenato e privo di controlli; non c’è separazione dei poteri, sono tutti combinati nelle persone del papa e dei vescovi, senza un percorso di verifica e analisi di come di sviluppano. I vescovi non sono sufficientemente capaci di accountability per prendere in mano la situazione degli abusi e prendere decisioni in termini accountability, perchè non hanno competenze in questo ambito e dovrebbero essere trasparenti nel processo decisionale, oggetto procedure analisi e conclusioni. Non viene richiesto che le decisioni siano trasparenti e ciò crea una mancanza generale nella risposta possibile, siamo solo di fronte ad un contesto che non rende conto di sé e ciò crea un contesto ancora più favorevole agli abusi. La mancanza di accountability vede il fallimento della Chiesa sulla gestione e nel dare una risposta adeguata sul problema degli abusi sessuali. Sono le conclusioni della Commissione di lavoro del Governo australiano sul tema degli abusi nella Chiesa di Australia. La esclusione dei laici e delle donne dalle posizioni di leadership nella chiesa cattolica potrebbe avere contribuito nel dare una inadeguata risposta al problema degli abusi sessuali. In accordo con gli standard che contemporanei di buon governo, il rapporto invita la Chiesa australiana a sviluppare nuovi strumenti e pratiche di governo che possano realizzare una maggiore accountability, per rendere la Chiesa più trasparente nelle procedure, un luogo di maggiore consultazione sui contenuti e più comprensibile nelle strutture di decisione, più partecipata a tutti i livelli, compresi i livelli parrocchiali.
  3. Diagnosi storica e teologica con i riflessi sulla ecclesiologia, con osservazioni di riforma. La struttura corrente della Chiesa specialmente nel cattolicesimo romano impatta molto fortemente sulle strutture di governo, dando una impronta ai governi occidentali molto forte. Questa diagnosi di Hervè Legrand sottolinea che i vescovadi non si sono mai rappresentati come istituzione di aacountability, che devono rendere conto, prima della Chiesa; piuttosto si sentono responsabili solo di fronte a Dio all’interno della Chiesa, segno di una mentalità monarchica.
  4. Proposte precise per realizzare accountability.Secondo la analisi di Staffen Lindberg, dopo una analisi della ampia letteratura, propone queste caratteristiche per la accountability, che potremmo tradurre in italiano, come azione di rendere conto.
    • Individuare un agente della istituzione o la istituzione che debba rendere conto dell’operato;
    • Individuare una area e un ambito soggetto alla responsabilità, dentro la istituzione, di cui rendere conto
    • Individuare un agente o una istituzione verso cui si debba rendere conto dell’operato;
    • Chi controlla l’operato deve poter chiedere report, spiegazioni e chiarimenti sulle decisioni prese;
    • Chi controlla deve poter sanzionare chi non risponde alle richieste di chiarimenti;
  5. Ci sono altre proposte per rendere la istituzione più attiva verso la accountability, come domande da tenere sempre presenti.
    • Le elezioni delle persone responsabili sono processi trasparenti?
    • Ci sono forma di rendicontazione delle decisioni che le rendano più trasparenti e motivare nelle conclusioni tratte?
    • C’è una pratica abituale nella condivisione delle informazioni della vita ecclesiale come i bilanci economici, curriculum delle persone e altro?
    • Ci sono meccanismi di verifica periodica sui diversi aspetti del lavoro pastorale, sulla realizzazione degli obiettivi pastorali?
    • Ci sono canali programmati per la condivisione delle informazioni tra i diversi ambiti della curia?
    • Ci sono forma previste per cui ogni persona possa presentare a più livelli le proprie obiezioni, richieste, preghiere, domande e osservazioni?
    • Ci sono percorsi di rendicontazione delle attività da parte dei responsabili a tutti coloro che sono coinvolti, nel rispetto delle regole giuridiche?

Nell’estate del 2022, ho avuto la opportunità di poter ascoltare il Corso sulla Sinodalità tenuto da diversi teologi e teologhe e organizzato dal Boston College: è stata proposta una formazione online gratuita, in 5 lingue e divisa in 3 settimane successive, con moltissimi interessanti contributi da ascoltare. Le conferenze erano organizzate in tre passaggi: dal discernimento comune alla costruzione del consenso, elaborazione e processo decisionale nella Chiesa, leadership e governance nella Chiesa. E’ stata davvero una bella esperienza di ascolto e inevitabilmente ho iniziato a prendere appunti mentre ascoltavo… Alla fine mi sono ritrovata con tante interessanti riflessioni, che volevo condividere! Ovviamente, si tratta di appunti miei personali e mi prendo tutta la responsabilità di errori di trascrizione o di comprensione: mi sembrava però interessante condividere questi contenuti, in modo che più persone possibile potessero riflettere sul tema della sinodalità. Ed ecco qui questa piccola e personale selezione di contributi: all’inizio di ogni trascrizione c’è il nome del teologo e il suo incarico. Tutte le conferenze sono ascoltabili su https://www.youtube.com/channel/UCLUnOSQE3INWihgBSCjAmhA/featured.

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