Criteri di sinodalità: ancora sul Concilio di Gerusalemme!

Intervento di Carmen Bernabé-Ubieta. Laica. Dottore di ricerca in teologia biblica presso l’Università di Deusto e ricercatore post-dottorato presso la Creighton University.

Il processo sinodale prende come riferimento il concilio di Gerusalemme per affrontare i problemi della chiesa, in equilibrio con i tempi e in fedeltà alla scrittura; è un buon esempio da utilizzare per capire se di fronte alla situazione in cui dobbiamo discernere, stiamo seguendo il Vangelo, se stiamo agendo secondo lo Spirito Santo oppure no. Il discernimento è essenziale per tutte le comunità di tutti i tempi; il contesto narrativo del concilio di Gerusalemme si trova a metà dei libri degli Atti, dividendo un prima e un dopo. Nella prime parte, viene raccontata la accoglienza del Vangelo, l’instaurarsi di nuove pratiche e la missione ai gentili, con il problema della circoncisione, pratica ora messa in discussione. Nel capitolo 15 se ne parla: serve discernimento per capire se la mancanza di circoncisione sia frutto dello Spirito Santo come novità oppure no, serve per capire i segni dei tempi e ritrovare nel tempo lo Spirito Santo di Dio. I capitoli successivi raccontano come vengono prese le decisioni nel Concilio e si presenta come le decisioni successive saranno superate dagli eventi.

Il concilio di Gerusalemme deve essere considerato come un processo di risoluzione dei conflitti e nel capitolo 15 vediamo proprio questo, Paolo non accetta la decisione sulla circoncisione, che deve diventare obbligo per i gentili. La necessità delle decisioni nasce perché alcuni giudei, della corrente dei farisei, la ritenevano necessaria per il prosieguo della partecipazione alla vita della Chiesa. La discussione inizia ad Antiochia e si arriva a Gerusalemme per risolvere con agli apostoli. Paolo e Barnaba, incontrando altre comunità, verificano che tutti sono contenti del discernimento in atto e del renderlo presente su questo problema, come volontà di Dio e come mezzo buono per aiutarci ad essere credenti. Non è facile però, il Concilio ci prova, è il luogo ideale,  ma insieme la situazione di decisione è difficile e complessa.

Il discernimento in primo luogo è momento di decisione collettiva: viene sottolineato che partecipavano apostoli, presbiteri e rappresentanti di comunità altre, che scrivono lettere di sunto da inviare ad altre chiese. In secondo luogo, in questo processo di discernimento, il dibattito è acceso e aspro e coinvolge tutti, in modo pieno; lunga discussione! Ogni privato è però invitato a esporre le sue ragioni; il dibattito continua con diversi interventi da parte di tutti, con più riprese. Luca fa raccontare a Giacomo la spiegazione di tutto ciò che è accaduto in chiave di rilettura delle scritture e il profeta Amos gli dà le immagini per esprimersi, una tenda di Dio per ogni partecipante. In terzo luogo, sono chiamati al discernimento sia assemblea che  i leader delle correnti. Luca lo spiega bene, il racconto letterario incontra il percorso storico, viene spiegato bene tutto il percorso decisionale. In quarto luogo, viene spiegata la intenzione di comprendere nel discernimento la volontà di Dio, tramite lo Spirito Santo con una nuova prassi: qui si inserisce la Scrittura in relazione alla esperienza vissuta. Si comprende che il discernimento non è un processo decisionale codificato, ma un percorso basato sulla esperienza, sull’ascolto, sul confronto, non la attesa di una nuova rivelazione, ma un percorso che si fa guardando la storia, dialogando con tutte le comunità rileggendo la scrittura per comprendere la azione dello Spirito Santo, come interviene dopo l’intervento di Giacomo. Infine, la presenza di pace e gioia raccontano la risoluzione del conflitto e sono segnali buoni per ogni concili, dicono che tutti insieme si sentono di avere ben compiuto il discernimento; in seguito scrivono la lettera per Antiochia, in cui testimoniano la gioia.

Tutti questi sono criteri per comprendere se un processo di sinodalità è frutto dello Spirito Santo e della comunità; è vero che questo concilio è modello di risoluzione dei conflitti per le comunità di oggi, Non va nascosto che è stato un processo duro, difficile, con disaccordi, un racconto che ci mostra il modo di pensare del tempo (DV12). Atti 15 descrive molto bene il processo di discernimento credente della Chiesa: ascolto, dialogo, partecipazione di tutti, apertura allo Spirito Santo che si mostra nella storia, pieno consenso con concessioni reciproche riempiono tutti di gioia per ciò che si è raggiunto.

Nell’estate del 2022, ho avuto la opportunità di poter ascoltare il Corso sulla Sinodalità tenuto da diversi teologi e teologhe e organizzato dal Boston College: è stata proposta una formazione online gratuita, in 5 lingue e divisa in 3 settimane successive, con moltissimi interessanti contributi da ascoltare. Le conferenze erano organizzate in tre passaggi: dal discernimento comune alla costruzione del consenso, elaborazione e processo decisionale nella Chiesa, leadership e governance nella Chiesa. E’ stata davvero una bella esperienza di ascolto e inevitabilmente ho iniziato a prendere appunti mentre ascoltavo… Alla fine mi sono ritrovata con tante interessanti riflessioni, che volevo condividere! Ovviamente, si tratta di appunti miei personali e mi prendo tutta la responsabilità di errori di trascrizione o di comprensione: mi sembrava però interessante condividere questi contenuti, in modo che più persone possibile potessero riflettere sul tema della sinodalità. Ed ecco qui questa piccola e personale selezione di contributi: all’inizio di ogni trascrizione c’è il nome del teologo e il suo incarico. Tutte le conferenze sono ascoltabili su https://www.youtube.com/channel/UCLUnOSQE3INWihgBSCjAmhA/featured.

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