Il sassolino nella scarpa del lunedì parla di… Dogmi di fede! Vi racconto di come l’ho trovato…
Domenica di ciaspolata. Tanto deve essere dentro di noi il desiderio di libertà, di aria fredda, di sole sugli occhi, tanto deve essere il senso di costrizione che abbiamo sentito ciascuno, senza dirlo in famiglia… che iniziamo un bella discussione in auto! Va tenuto conto che l’automobile ha un abitacolo ristretto, che le nostre discussioni sono sempre fervorose e a volume alto e che il Padre poco sopporta i miei toni, sempre da battaglia, le dimostrazioni ad absurdum del Figlio grande e le affilate asserzioni del Figlio piccolo… Non durano molto, ma vengono sempre interrotte da lui, per insopportabilità manifesta verso la discussione caotica, sofistica e senza fine che si ingenera… Tutti stiamo zitti di colpo. Fino alla prossima domanda.
Domenica scorsa la domanda era, Che cosa significa davvero dogma? Che cosa significa oggi? Dove è nata questa parola? Come spesso succede è il più Grande che infila a sproposito il termine in una frase, subito rimbeccato da me, che cosa ne sai tu del dogma? E immediatamente si inserisce il più Piccolo, il dogma è quello in cui devi credere per forza, che tu capisca o meno, che tu ci creda o meno, sei cristiano se credi nei dogmi. Sì, dice il più Grande, quali? Tutti, puoi credere a quello che vuoi? Puoi credere solo a quelli che capisci e gli altri no? Se non credi, non sei più cristiano? Avevo aperto la discussione polemicamente e ne era seguito tutto il resto… Me lo ero cercata.
Era chiaro che il dogma così concepito tirava fuori tutta la mia vena polemica: primo, possibile che la mia famiglia, che subisce spiegoni teologici in continuazione, ancora abbia questa idea del dogma? Sono un’incapace! Secondo, se questi figli si fissano sul dogma così concepito, posso scordarmelo che sviluppino una fede più libera e personale, perdono l’aggancio al trascendente… Terzo, possibile che 70 anni dopo il Concilio Vaticano II il dogma sia ancora considerato oggetto di fede cieca? Accidenti alle concezioni vetuste, accidenti alla mancanza di formazione, quante persone si sentono escluse da una fede così?
La discussione, ve la scrivo… FP, figlio piccolo, FG, figlio grande, P papà…
ME: allora, prima di tutto, dogma in greco significa opinione o decisione e viene dal verbo dokeo, che significa mi sembra, penso, stimo, giudico, non mi sembra che la parola in origine avesse il senso del credere ciecamente…
FP: ecco che ricomincia con le spiegazioni delle parole… Devi dirci se sei d’accordo con noi adesso e ora! Il dogma è quello che ho detto io?
ME: adesso e ora non hanno senso per spiegare un concetto che si è sviluppato nei secoli, che ha attraversato concezioni di fede… Così non puoi capire!
FG: Aspetta, adesso ci spieghi che il dogma era una altra cosa nei secoli e noi dobbiamo ricordare tutto per capire… una faticaccia, ammettilo! E ogni parola così, certo che è difficile essere credenti vivendo con una come te!
ME: ma tu non puoi capire, se non conosci la storia della parola…E’ una faticaccia, d’accordo, ma se non la fai ti arrendi alla prima o alla ultima spiegazione… E poi, i dogmi possono essere creduti solo se diventano veri nella tua vita, non stiamo a fare solo etimologie… E poi in aggiunta, pensiamo davvero di poter comprendere appieno ogni verità di fede, tutta intera?
P: ok, io mi sono già perso… Potremmo mettere in ordine le spiegazioni? E anche le richieste, ragazzi, la mamma non può rispondere a 3-4 domande insieme, finisce che ci confondiamo… Io ci terrei a sapere come diventano veri i dogmi nella vita, più che ragionare sui doveri…
ME: mettiamola così, un dogma di fede è che Gesù è figlio di Dio e noi da Lui conosciamo l’amore di Dio, gratuito, preveniente, libero; quando io nella mia vita mi accorgo di essere amata così, magari non proprio così, ma ci siamo capiti, penso che davvero che chi mi vuole bene sta trasmettendo l’amore di Dio, come Gesù ha mostrato che si può fare… Che l’amore di Dio, mostrato da Gesù, sia gratuito e sia presente è un dogma che diventa vero nella mia vita… Intendevo questo, si capisce così? Altrimenti come farei a crederci, che esiste un amore così? Lo vivo, lo ricevo e mi diventa possibile, reale, inverato…
FP: rimane il fatto che a noi hanno insegnato che il dogma si crede e basta, non si discute, è così… Questa cosa del diventare vero è interessante, ma non la dice nessuno, siamo sicuri che non sia solo una tua idea?
FG: in più, se io non vivo tutto, che cosa mi capita? Magari io questo amore non lo ho trovato e però sono battezzato, vado a messa ogni tanto, se non ci credo ancora perché non l’ho trovato, che cristiano sono? Insomma, sempre una fatica rimane, essere credenti…
ME: ma voi potete immaginarvi di essere cristiani per forza? Di credere per forza ad un concetto? Se non comprendiamo una questione con tutta la esperienza della nostra vita e quindi con la intelligenza e con la sensibilità, finisce per rimanere esteriore a noi non ci aiuta… Insomma, dal Concilio Vaticano II in poi, sappiamo che Dio ci aiuta a mettere volontà e intelligenza nel capire le verità di fede , ma se non lo facciamo liberamente, che fiducia mettiamo in Dio? Io so di non poter capire tutte le verità, so che mi metto in cammino e che mi fido di Dio, perché mi aiuti a capire, intanto che cammino, un po’ alla volta scopro che ci sono esperienze di vita che mi fanno capire meglio… Sono i famosi doni dello Spirito Santo, dove li ho letti? Adesso non mi ricordo proprio dove, ma potrebbe essere nella Dei Verbum, questa spiegazione…[1] Puoi credermi, fidati!
FG: calma, ci fidiamo, ma ancora non hai risposto a tutto! E la storia di credere a tutti i dogmi? Se non capisco con la mia intelligenza, forse Dio non me ne ha data abbastanza… Allora se non sono cristiano, non è colpa mia!
ME: calma tu, non serve solo la intelligenza! Hai tutte le capacità necessarie per comprendere, Dio te le ha donate, e comprendere non è solo questione di cervello, ma di sentire l’amore… Se qualcuno ha difficoltà, noi che abbiamo proceduto nel cammino, dobbiamo aiutare a comprendere, a riconoscere i doni dello Spirito Santo nella vita…
FP: ah ah, ecco che ritorna il dovere, dobbiamo aiutare! Il dovere si è spostato dal cervello alla azione, dobbiamo fare… Avevi ragione tu, essere cristiani è una faticaccia, lo sapevo che si doveva fare qualcosa… Sempre ‘sto dovere!
ME: beh, se al dovere di aiutare, sostituisci il piacere di vedere gli altri più felici…
P: Capisci perché io sto sopportando questa discussione, ad alto volume, guidando in curva in montagna!
[1] Dei Verbum 5-6; sono andata a rileggermi la Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione, io l’ho capita così!